lunedì 18 luglio 2011

Il Crocifisso di Giunta Pisano a Bologna




Grazie al contributo elargito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ha finanziato una campagna diagnostica che non era mai stata effettuata, è stato possibile vivere un'esperienza unica in Bologna: un tete-a-tete davvero ravvicinato con l'opera pittorica certamente più straordinaria che la città custodisce: il Crocifisso di Giunta Pisano nella chiesa di san Domenico.



So che altri potrebbero ricordare Cimabue ai Servi e gli indiscussi più recenti capolavori della generazione di Vitale o gli altri, nuovissimi, legati alla stagione dei Carracci. Niente credo possa però competere con la forza che promana quest'uomo in croce, comneno quasi per eleganza, eppure del tutto occidentale, vivo e vibrante, perfetto in ogni minuzia, straordinario nei decori marginali che dovevano renderlo cangiante nella luce come una coeva oreficeria sacra. Oggi tutto offuscato così che questi valori di luce, dati dall'amalgamarsi di foglia d'oro, argento, stupende e trasparenti lacche stese su fondi metallici non possono che essere evocate dalla parola dal momento che la superficie dipinta è alterata dal tempo e mostra ancora la sua grandezza, ma non lo splendore della giovinezza perduta. Oggi possiamo ancora osservare nella sua pienezza la straordinaria maturità del dipinto, fermato in uno spazio eterno dopo aver ceduto al Tempo la sua prima luminosissima pelle.



Attraverso le radiografie che sono state fatte, le altre complesse e modernissime indagini sui pigmenti, abbiamo carpito qualche altro segreto all'opera di cui si darà conto nelle sedi opportune, ma l'esperienza di un incontro unico e difficilmente ripetibile mi ha spinto a condividere l'emozione provata con quanti leggeranno questo post. Siete tutti invitati - e io sarò la guida -  a vedere questo capolavoro. Lo osserveremo assieme per provare sensazioni nuove  davanti ad un'opera che certamente stava alla pari con il Cimabue in Santa Croce. Forse possedeva una forza ancora maggiore per il legame con quel mondo così affascinante e celato che è la Bisanzio del XII secolo.  

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